top of page

ANSIA, STRESS, DEPRESSIONE, ATTACCHI DI PANICO: QUANDO L’AIUTO ARRIVA DAL RESPIRO.

Aggiornamento: 15 mag

In Italia, secondo i dati Istat, nell’ultimo anno, circa 3,7 milioni di persone oltre i 14 anni hanno sofferto di disturbi ansioso-depressivi; di questi, quasi 2 milioni e mezzo hanno presentato un disturbo d’ansia, 1 milione e mezzo un disturbo affettivo e quasi 50 000 un disturbo da abuso di sostanze alcooliche. Si può dunque stimare che più di 8 milioni e mezzo di adulti abbiano sofferto di disturbi di questa natura nel corso della propria vita.

Le donne sono molto più a rischio di soffrire di un disturbo mentale rispetto agli uomini, con l’eccezione dei disturbi correlati all’uso di alcool.

Anche l’essere disoccupati, casalinghe o disabili aumenta il rischio di soffrire di disturbi psichici.

Non meno preoccupanti sono i dati riguardanti gli adolescenti.


Uno studio condotto su 12.286 giovani tra i 13 e i 19 anni, ha registrato un aumento del disagio emotivo dell'81,8% che, nei casi più estremi, hanno portato anche ad atti autolesivi. In generale i giovani hanno poi segnalato - con un incremento del 63,3% rispetto alla precedente rilevazione - problemi legati a stati d'ansia, con effetti su insonnia (+25,5%) e attacchi di panico (+24,5%). I ragazzi evidenziano poi un incremento percentuale medio del 30% relativo al malessere scolastico - che comprende demotivazione e basso rendimento- e un generale aumento delle problematiche personali, individuali, psicologiche ed emotive.


Sono dati che certamente accendono i riflettori su situazioni di grande disagio, esistenti da tempo e potenziate dal contesto sociale contingente.


Da un punto di vista neurofisiologico i centri implicati nella gestione dello stress e dei traumi sono il tronco encefalico, le aree ipotalamiche , l’ amigdala e l’insula, e queste strutture sono collegate in maniera diretta o indiretta al diaframma.


Il diaframma è il principale muscolo respiratorio, sia da un punto di vista neurofisiologico, che da un punto di vista biomeccanico.

Sia anatomicamente, sia funzionalmente, il diaframma e la funzione respiratoria sono legati ad un’incredibile quantità di organi e processi.

In situazione di ansia, stress, depressione, attacchi di panico, le alterazioni della respirazione sono frequenti e molteplici; la paura ci intrappola, spingendoci verso una reazione impulsiva di attacco o fuga, o producendo una paralisi.

Così, in modo automatico avvengono nel corpo numerosi cambiamenti, come per prepararsi a fuggire da un pericolo reale.


· la mente attiva uno stato di "alert"..

· aumentano la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.

· aumenta la sudorazione, per favorire il raffreddamento del corpo.

· il sangue viene deviato verso i muscoli, per correre più rapidamente.

· la digestione rallenta.

· diminuisce la produzione di saliva e la bocca si secca.

· aumenta la frequenza del respiro. Le narici e le vie respiratorie si dilatano per far affluire l’aria più velocemente ai polmoni.

Queste reazioni, conosciute come fight or flight response si manifestano anche di fronte ad una forte percezione di minaccia , che può generare una risposta psicofisica di fuga o di paralisi.

Le modificazioni fisiologiche legate all’ansia producono inoltre tremori, irrequietezza, agitazione, tensione muscolare, sudorazione abbondante, fiato corto, accelerazione dei battiti, mani fredde e sudate , nausea, accelerazione del respiro .


Un respiro cronicamente non diaframmatico, costituisce uno stimolo cronicamente ortosimpatico, che diventa un automatismo disfunzionale.

Su tale ragionamento , il diaframma si trova ad accondiscendere posture che tendono a riadattarsi, e lo stesso accade per la funzionalità di tutte le strutture adiacenti, degli organi, e dei diversi gruppi muscolari.

Sulla base di queste considerazioni, possiamo definire il respiro come una porta di accesso a processi biologici profondi e come un fattore di regolazione generale.

La respirazione, quando non è alterata, tiene aperto il contatto con le sensazioni, supporta la consapevolezza corporea e la percezione e l’espressione delle emozioni, favorisce la comprensione di cosa va bene e di cosa va male all’interno dell’organismo.


La respirazione diaframmatica è la respirazione della calma e della tranquillità.

E’ una respirazione profonda, spontanea e non forzata, e ha un tipico andamento sinusoidale. E’ controllata dal sistema nervoso vegetativo (SNV), con un’attivazione tipicamente ortosimpatica nell’inspirazione e vagale nell’espirazione.

Anche la frequenza cardiaca, controllata dal SNV, segue parallelamente la stessa modalità: accelerando lievemente in inspirazione e decelerando in espirazione.

Nessuno di noi, normalmente, utilizza la massima capacità polmonare, che è ridondante, ma alterazioni posturali e respiratorie evidenti, tradiscono tensione, traumi, ansie, paure, disagi.


Esistono vari tipi di respirazioni funzionali, utilizzabili a seconda della patologia, delle competenze, del grado di disfunzione, della necessità contingente , e ogni individuo dovrebbe poter essere in grado di passare da una all’altra senza limitazioni.

Un grande aiuto arriva oggi anche da tutta l’evidenza scientifica che si è interfacciata con la conoscenza antica di tutta la tradizione orientale nell’ambito delle discipline corporee e della Medicina Tradizionale Cinese.

L’aspetto neurofisiologico dell’esercizio respiratorio va dunque ad integrarsi con l’importante lavoro muscolare e biomeccanico necessario per ristabilire una migliore distribuzione delle pressioni intra addominali e un’attivazione muscolare più efficiente.


Il respiro, inoltre, ha la sorprendente duplice caratteristica di essere legato sia alla materia che allo spirito.

Respirare è esperienza materiale e spirituale contemporaneamente.

Praticarlo costantemente apre la possibilità ad una sorta di contemplazione educativa , intesa come osservazione, ascolto, conoscenza, accoglienza.


Respirare mantiene l’individuo ancorato alla materia biologica, attraversa il corpo, ma lo spinge allo stesso tempo a rivolgere lo sguardo “dentro”, a portare l’attenzione allo spirito, alla mente.

In situazioni di ansia e stress l’attività respiratoria aiuta a ristabilire l’equilibrio

ree

neurovegetativo, a detossinare il sistema, e a rifunzionalizzare la struttura.


L’azione del respirare conduce la persona nell’arduo compito di ricentrarsi, ma anche di decentrarsi. Non è solo il tentativo di calmarsi, ma è anche richiamarsi alla presenza mentale, imparando a prendere coscienza di ciò che è, secondo un punto di vista esterno.

Tutta la meditazione, ad esempio, si fonda su questo principio, allorchè meditare non è più convincersi del “va tutto bene”, ma il più complesso processo di riunificare la presa di coscienza del dato reale con la possibilità di modificazione dello stesso. Respirare assume dunque la caratteristica dell’esporsi, del lasciare entrare, del liberarsi dal trattenere che imbriglia la mente e il corpo.


L’esercizio del respirare può sembrare controintuitivo rispetto alla natura stessa del respiro.

Eppure “respirare e non-respirare” (apnea), rispecchia lo stesso movimento, la stessa dinamicità della realtà che si struttura intorno all’individuo, dell’andare e del fermarsi, delle luci e delle ombre, del corpo rigido e del corpo elastico. Respirare rispecchia la modalità scambievole dello stare nel mondo della persona. Accorgersi di quante diverse modalità di respiro si possano adottare, e di quanto il tempo del respiro di ogni individuo sia diverso , significa comprendere che ogni essere ha una propria dimensione da riscoprire, senza “rubare aria” a nessuno, accettando i confini.


Il respiro assume dunque la caratteristica anche di un esercizio pedagogico.

L’atto del respirare diventa uno strumento per l’adolescente alle prese con il processo di crescita, e per l’adulto eradicato dalla zona di comfort, per la madre sovraccaricata di responsabilità e per l’anziano isolato dall’interazione sociale.


E’ importante diffondere un’ “educazione al respiro” , perché significa affidare alla persona la responsabilità del proprio equilibrio psicofisico e la comprensione che questo sia davvero un processo possibile.


 
 
 

Comments


Post: Blog2_Post
bottom of page