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Carenza di ferro, anemia e supplementazione.

"Ho il ferro basso" , è una delle frasi che più spesso si sentono pronunciare da atleti, donne, anziani, persone più o meno sedentarie, mamme in gravidanza.

Il valore della ferritina ai limiti inferiori è un parametro assolutamente normale in moltissime categorie di persone, bambini in crescita, donne in età fertile.

Occorre innanzitutto ricordare che il valore di riferimento per stabilire o meno eventuali carenze gravi ed eventuale integrazione, è dato dai livelli ematici di emoglobina, e non dal numero degli eritrociti (globuli rossi).

Se l'emoglobina è normale ( non inferiore ai 14 mg/100ml per gli uomini, 12 mg/100ml per le donne) significa che abbiamo elementi a sufficienza per fabbricarla, ovvero ferro, acido folico, vitamina B12.


Facciamo un passo indietro.

Il ferro è fondamentale per la vita; viene utilizzato per il trasporto dell'ossigeno nel sangue, per l'attività respiratoria cellulare, per la replicazione cellulare e per costruire la struttura di tessuti ed organi. Allo stesso modo il ferro, se in eccesso, è tossico e può essere mortale.

Oltre al ferro, i principali attori protagonisti nel metabolismo del ferro sono l'intestino e il fegato, principali siti di deposito, i globuli rossi, che contengono emoglobina e l'emoglobina stessa, proteina che trasporta i globuli rossi, costituita da globina + eme (sito di "aggangio" per il ferro), i macrofagi, ovvero le cosiddette cellule spazzino dell'organismo, la transferrina, proteina di trasporto del ferro all'interno dell'organismo, la ferritina, proteina di deposito del ferro, il recettore della transferrina, regolatore dell'ingresso del ferro all'interno della cellula.

Il metabolismo del ferro nell'uomo è un sistema, se possiamo dire così, assai ecologico. Infatti ben poco del ferro presente nell'organismo viene scambiato con il mondo esterno e la gran parte di esso viene riciclato.


Avere emoglobina normale e scorte di ferro basse è, dunque, una condizione che di base non deve creare allarmismi.

Il nostro organismo si è evoluto per "nascondere" il ferro, schermarlo, e accumulare le giuste scorte.

Del resto, è un ossidante.

Elevati livelli di ferritina sono associati ad aumentato rischio di patologie cronico degenerative, carcinomi e malattie cardiovascolari.


In soggetti che svolgono regolare attività fisica, è frequente riscontrare valori tendenti "al limite inferiore" del range suggerito, per ciò che riguarda ematocrito ed emoglobina.

Taluni autori infatti tendono a definire la condizione pseudoanemia, o anemia per diluizione. I livelli di emoglobina in questo caso appaiono inferiori alla norma perché l’attività aerobica determina espansione del volume sanguigno a cui consegue una diminuzione della concentrazione degli eritrociti (i quali contengono l’emoglobina).

In questi casi il soggetto presenta concentrazione emoglobinica ridotta, ferritina nei range, volume corpuscolare medio sopra il livello di normalità.


Attività invece di intensità medio-elevata prolungate nel tempo possono determinare altre forme di anemia "da sport".

La prima è caratterizzata da una repentina diminuzione dei livelli di emoglobina e di ematocrito; provocata dall’accelerata emolisi intravascolare che conduce ad un innalzamento del livello di emoglobina libera; il tipico segnale di questa situazione è la comparsa di emoglobinuria poco dopo lo sforzo.

La seconda, invece, è una forma di anemia ad insorgenza più lenta e progressiva, caratterizzata da una negativizzazione del bilancio del ferro e da una sua inferiore disponibilità. Vi è perciò una riduzione dei depositi e questo, alla lunga, può generare la cosiddetta anemia sideropenica.


Per condizioni fisiologiche e perdite mensili determinate dal flusso mestruale, è verosimile supporre che le donne che praticano sport intenso e prolungato, siano più soggette a situazioni di anemia.

Occorrerà dunque valutare con il medico alcuni parametri, tra cui sideremia, ferritina e transferrina.

Nel caso in cui la transferrina risultasse inferiore ai 200 mg/dl è inutile assumere ferro che non arriverebbe mai a destinazione. Meglio indagare il problema con uno specialista.


Assumere ferro senza che ci siano evidenti carenze potrebbe determinare, da un lato l'impossibilità dell'assorbimento (a questo aggiungiamo che spesso il ferro si presenta in forma chelata,e quindi di difficile assorbimento) e dunque di fatto spenderemmo soldi inutilmente, oppure condizioni dannose da accumulo.


Nel caso in cui sideremia, transferrina e ferritina siano nei livelli normali, non si può fare granchè. E' il caso tipico dell'assunzione di eritropoietina come doping.

Gli studi confermano che la supplementazione di ferro in soggetti non anemici è associata a misure soggettive ridotte di percezione di fatica, ma non a miglioramenti oggettivi della prestazione.


Le condizioni di obesità e sovrappeso sono associate ad una diminuzione dello stato del ferro, probabilmente a causa di un aumento dell'epcidina, una proteina infiammatoria nota per ridurre l'assorbimento del ferro. In donne in gravidanza sovrappeso la carenza di ferro materna è ridotta al minimo nel feto dall'aumentata espressione del recettore della transferrina placentare (pTFR1), con conseguente aumento del trasferimento di ferro a scapito delle riserve di ferro materne.


Le diete vegetali, che contengono ferro nella forma non-eme, quindi assimilabile dall'intestino, permettono di farci assorbire solo il ferro che effettivamente occorre, che dipende, di fatto dalle scorte che abbiamo in quel momento.


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