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EFFETTI COVID-19 SULLO SVILUPPO NEUROPSICOMOTORIO DEI BAMBINI.

Nel corso del 2020, a causa della dichiarata pandemia Covid, molti aspetti della vita quotidiana dei bambini sono stati sconvolti. I governi hanno posto misure di distanziamento sociale, chiudendo scuole e club sportivi, privando i bambini della maggior parte delle esperienze di movimento fino a quel momento esercitate.

L 'intero sistema scolastico è stato modificato ed è stato trasferito ad un sistema di apprendimento online. Tutte le attività sportive e fisiche sono state sospese, e anche le attività ricreative sono state fortemente limitate dalle misure imposte dal lockdown. Queste misure hanno portato a un lungo periodo di restrizioni al movimento nella vita dei bambini. Confinati nelle loro case, senza alcuna attività fisica organizzata, tempo libero all'aperto o opportunità di giocare con gli amici, i bambini hanno ridotto i loro comportamenti motori, aumentato il tempo sullo schermo e cambiato le abitudini alimentari, nella maggior parte dei casi in peggio.

L'impatto di queste restrizioni sul comportamento motorio dei bambini deve ancora essere oggettivamente determinato, poiché, da studi, sembrano non esistere valutazioni motorie prima e dopo il blocco, probabilmente perché, date le implicazioni etiche, imporre ai bambini lunghi periodi di inattività per testare l'effetto della restrizione non è mai stata un’opzione ragionevolmente considerata.


Il lockdown (purtroppo) ha offerto un'opportunità unica per testarle, in un ambiente quasi sperimentale, costringendo tutti i bambini a rimanere in casa per un lungo periodo di tempo.


Qual è stato dunque l’impatto sul loro sviluppo neuromotorio?

Il movimento è l’espressione vitale per eccellenza, permette lo spostamento, la conoscenza di ciò che ci circonda, di quello che possiamo fare e delle possibilità di relazione, ed è il motore del nostro comportamento, poiché implicato in ogni attività percettiva.

La possibilità d’apprendere viene permessa dalla sperimentazione motoria: è la stereognosia che costruisce la conoscenza dell’altro, dell’oggetto e dei rapporti spaziali, è l’agito che confronta il desiderio dell’azione con il relativo risultato.

La precisione e il controllo motorio sono processi di lunga maturazione nel percorso evolutivo, influenzato anche dall’ambiente e dalle caratteristiche personali di sensibilità emotiva, che facilmente si presenta anche nell’età adulta ogni volta che si inizia una nuova attività mai svolta prima. Ad esempio la diffusione tonica del bambino ai primi impegni per apprendere un gesto motorio nuovo, e tali percorsi risentono nella loro evoluzione delle caratteristiche ambientali in senso lato, nell’accezione cioè della componente esperienziale.

Dalle coordinazioni cinetiche semplici alle attività motorie a corpo libero più complesse, lo sforzo motorio richiede una certa “ambizione motoria” dei soggetti, ovvero una certa “intenzionalità”, fondamentale per la maturazione degli schemi di apprendimento.

Giocando con il proprio corpo si sperimentano tutte le possibilità di equilibrio, movimento, direzione, propulsione, contatto, respirazione.


I dati raccolti in merito agli ultimi due anni confermano quanto il livello di attività fisica sia diminuito in tutti i bambini, e allo stesso modo, indipendentemente dal loro genere. Questo è dovuto probabilmente al fatto che tutti siano stati ugualmente confinati nelle proprie case. Solitamente, a quest’ età, l’attività fisica vigorosa richiede ampi spazi, e poiché la relazione tra attività fisica e competenze motorie è bidirezionale, sono stati trattenuti a un comportamento simile.

E’ stato inoltre ipotizzato che l’attività fisica promuova le competenze motorie, attraverso una varietà di esperienze di movimento esplorative e specifiche del contesto (vale a dire, attività strutturate, giochi e sport). Crescendo, si ipotizza che questa relazione diventi sensibilmente più reciproca. Livelli più alti di competenze motorie favoriscono più attività fisiche e, reciprocamente, più attività fisiche promuovono una maggiore competenza motoria, che crea una spirale positiva di coinvolgimento nello sviluppo motorio durante l'infanzia e l'adolescenza . Se queste esperienze di movimento sono (parzialmente) escluse dalla vita dei bambini, ci si aspetta che non possano svilupparle completamente. La scuola, in tal senso, risulta essere un ambiente fondamentale per promuovere lo sviluppo del bambino e le sue competenze motorie per due ragioni. In primo luogo, l'educazione fisica dà gli strumenti per migliorare la competenza motoria complessiva nei bambini. In secondo luogo un ambiente esterno versatile può offrire sfide appropriate e svolge un ruolo importante nello sviluppo della competenza motoria dei bambini. Il tempo trascorso all'aperto è correlato positivamente all’attività fisica e negativamente al comportamento sedentario nei bambini di età compresa tra 3 e 12 anni.

Da un punto di vista morfostrutturale e sistemico, il calo di circa il 90% dei livelli di esperienze motorie quotidiane ha comportato un calo della sensibilità all'insulina muscolare, una riduzione della forma cardiovascolare e una diminuzione dei livelli di massa magra, con riduzione della velocità di sintesi proteica miofibrillare. Altri effetti negativi includono aumento della massa corporea, della percentuale di grasso corporeo, perdita di acutezza mentale e forza, insonnia.


Bisogna considerare che nei giovani gli adattamenti neurali alla stimolazione motoria giocano un ruolo significativo con un diverso tipo di stimoli rispetto agli adulti.

Come sappiamo, la gamma di abilità necessarie per praticare sport e attività ludico-motorie in genere prevede componenti tecniche e tattiche, comprensione del gioco e processi decisionali come aspetti paradigmatici, capacità di comunicazione diretta tra compagni e istruttori.


Lo stesso sistema immunitario ha risentito della privazione da esercizio fisico, laddove l’attività fisica di moderata intensità rileva un aumento della conta delle cellule neutrofile e natural killer (NK), delle IgA salivari e degli ormoni dello stress, con cambiamenti nelle risposte delle cellule Th1/Th2 che riducono le infezioni del tratto respiratorio superiore (30%).


Molti studi sono inoltre stati condotti sulla relazione tra movimento e salute mentale di bambini e adolescenti durante il blocco.

Lo stress inizia a mostrare i suoi effetti negativi su un bambino anche prima della nascita. In condizione di stress, i genitori, in particolare le madri in gravidanza, sono in uno stato psicologicamente vulnerabile e sperimentare ansia e depressione condiziona biologicamente il benessere del feto ( Biaggi et al., 2016 ; Kinsella e Monk, 2009). Nei bambini e negli adolescenti la pandemia e il lockdown hanno avuto un impatto maggiore sullo sviluppo emotivo e sociale rispetto a quello degli adulti. In uno dei primi studi condotti è stato riscontrato che i bambini più piccoli (3-6 anni) avevano maggiori probabilità di manifestare sintomi di paura dell’abbandono, paura che i membri della famiglia venissero infettati o morissero . I bambini più grandi (7-11 anni) avevano maggiori probabilità di sperimentare disattenzione, irritabilità, comportamenti di attaccamento e chiedevano costantemente informazioni su COVID-19. Sulla base dei questionari compilati dai genitori, i risultati rivelano che i bambini si sentivano incerti, timorosi e isolati. Sono anche stati dimostrati disturbi del sonno, incubi, scarso appetito, agitazione, disattenzione e ansia da separazione.


Studi di T. Salomon et al. , (ottobre 2021), hanno mostrato in modo univoco aumenti volumetrici dell'amigdala bilaterale , del putamen, struttura deputata al controllo del movimento e all’apprendimento e le cortecce temporali anteriori . I cambiamenti nell'amigdala sono diminuiti con il passare del tempo dal sollievo dal blocco, suggerendo che l'intensa esperienza associata alla pandemia ha indotto cambiamenti volumetrici transitori nelle regioni del cervello comunemente associate a stress e ansia, mostrando tra l’altro prove della plasticità cerebrale.


Non in ultimo, ci limitiamo a citare gli effetti di un uso smodato dei dispositivi tecnologici , che interferisce sensibilmente con il normale sviluppo delle strutture cerebrali del bambino. La tecnologia fa parte di loro al punto da essere diventata una specie di arto fantasma.

La tecnologia delle interfacce tattili è assimilabile da un bambino a molti altri comportamenti e gesti, così come l'immediatezza dell'effetto provocato da un gesto sul display. La mano, insieme alla bocca, come mostrato da Penfield e Rasmussen nella rappresentazione neurale nella corteccia somatosensoriale, sono per un bambino primari organi motori di contatto e interpretazione della realtà. Il gesto delle dita sul display ha per i bambini un che di magico ma anche di molto intuitivo perchè legato , anche nell’età dell’ assenza della capacità di ricorrere a simboli e parole, alla modalità di rappresentare la realtà attarverso la gestualità.


La domanda che si pone a conclusione è dunque questa: che impatto avranno i risultati di questi studi in futuro? Riusciranno i bambini a recuperare questo periodo di maggiore inattività? Se sì, quanto tempo ci vorrà e quali strategie dovremo adottare per assicurare una rapida ripresa?


Considerando che i livelli di competenza motoria durante l'infanzia influenzano positivamente i livelli di attività fisica nel corso della vita e lo sviluppo cognitivo, si rende forse necessario pensare a soluzioni per proteggere dal sedentarismo e ridurre al minimo l'effetto immediato che il lockdown ha avuto sulla salute dei bambini ?



ree

 
 
 

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